Mentre l’Europa corre per diventare climaticamente neutrale entro il 2050, l’industria automobilistica è diventata il punto focale degli sforzi di riduzione delle emissioni di carbonio.
L’industria deve trasformarsi radicalmente per raggiungere gli obiettivi dell’UE di riduzione del 55% delle emissioni delle auto, mettere in circolazione 30 milioni di veicoli a emissioni zero entro il 2030 e rispettare il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel entro il 2019. 2035.
Bernd Schäfer è CEO e amministratore delegato di EIT RawMaterials.
Si tratterebbe di una sfida enorme anche in circostanze ideali, che richiederebbero un massiccio spostamento della base industriale dai motori a combustione interna verso nuove tecnologie, come batterie, celle a combustibile e motori elettrici.
Ogni auto elettrica è un microcosmo di questa sfida: un veicolo elettrico medio contiene più di 200 kg di minerali, contro i soli 40 kg di un’auto convenzionale. Consideriamo ora il dato su larga scala, con oltre 13 milioni di veicoli a motore prodotti solo in Europa nel 2023.
A ciò si aggiunge il fatto che l’Europa fa affidamento in misura straordinaria sulle importazioni di materie prime essenziali, in molti casi dominate da uno o pochi paesi e aziende fornitori. In un mondo caratterizzato da un’incertezza geopolitica drammaticamente crescente, ciò pone l’industria automobilistica europea di fronte a una sfida di complessità senza precedenti. Non solo deve affrontare una rivoluzione tecnologica, ma trasformare le sue catene di approvvigionamento per dare priorità alla sicurezza e alla sostenibilità.
La nuova legge europea sulle materie prime critiche (CRM) pone le basi per questa trasformazione, identificando le materie prime fondamentali per il nostro settore e fissando obiettivi chiari per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’approvvigionamento. In breve, dobbiamo salvaguardare la nostra fornitura di materie prime e garantire che la catena di fornitura soddisfi i nostri più elevati standard di trasparenza, indipendentemente da dove i materiali vengono estratti, lavorati e prodotti.
Ma le recenti rivelazioni di pratiche non etiche nell’estrazione di materiali critici per l’industria automobilistica – in particolare il cobalto – hanno dimostrato come il mancato rispetto di elevati standard etici in tutte le parti della catena di approvvigionamento possa comportare seri rischi commerciali e reputazionali per l’industria.